Auser Rivanazzano ODV

I Volontari

LA GENEROSITA' DEI RIVANAZZANESI AIUTA L'AUSER



Articolo di Silvia Colombini tratto da "Il Periodico Oltrepò":

La generosità dei rivanazzanesi aiuta l'Auser.

L’Auser Rivanazzano ODV è un’associazione di Volontariato impegnata in numerose attività a sostegno delle persone anziane in difficoltà. Nata il 19 marzo del 1992 per volontà e impegno di tre rivanazzanesi, Luigino Longhi, Lucia Mariani e Anselmo Valdetara, considerati i fondatori e promotori di quella che oggi è una rete di volontari ben organizzata sul territorio comunale e non solo. Guidata per 23 anni dal Presidente Antonio Cerutti, a cui è stato assegnato un attestato di benemerenza civica per la dedizione e l’impegno svolto, oggi, e da circa un anno e mezzo, a presiedere l’Auser è Giuseppe Demaestri, con lui la vicepresidente Silvana Rebollini ed il segretario – il Dottor Sergio Ferrari. Incontriamo nella sede del circolo – intitolato alla memoria di Matteo Limonta – di piazza Cornaggia il presidente ed il segretario, del primo non possiamo non notare lo spirito vivace, del secondo la pacatezza e la precisione tipiche di chi ha fatto il segretario comunale per una vita.

L’Auser può svolgere attività illimitate nel settore del volontariato. A Rivanazzano Terme quali sono quelle necessarie e che voi garantite?

«La nostra attività principale è quella di accompagnare – attraverso un trasporto protetto e sicuro – le persone che ne hanno bisogno nei vari presidi ospedalieri, cliniche ed istituti di cura, ma anche di rendere agevole il loro accesso a tutti i servizi sanitari e anche termali. Inoltre diamo supporto per il disbrigo di pratiche amministrative non sempre di facile comprensione soprattutto per i soggetti più anziani e che non possono contare sull’aiuto di nessuno. L’altro nostro impegno coinvolge i nostri bambini ed è quello di fare assistenza sullo scuolabus della scuola dell’infanzia. Abbiamo 10 mamme più 1 mammo che quotidianamente danno il loro aiuto affinché i bambini possano percorrere il tragitto da casa alla scuola in totale sicurezza».

Da chi è composta l’Auser di Rivanazzano?

«Oggi siamo 180 tesserati e 20 volontari principalmente di Rivanazzano Terme, ma ne abbiamo anche un paio tra Godiasco e Pozzol Groppo».

Riuscite con questi numeri a sopperire alle esigenze del territorio o auspicate in un numero maggiore di volontari?

«Dobbiamo dire che i nostri volontari riescono a sopperire alle esigenze del territorio, con impegno e dedizione costanti ma possiamo dire di essere oggi in grado garantire tutti i servizi richiesti. Se vuole l’unica pecca o dispiacere è di non avere giovani tra i nostri volontari, siamo tutti over 60 – o anche di più – in gamba e volenterosi ma l’età media è piuttosto alta per cui si dovrà prima o poi pensare ad un cambio generazionale».

Difficile trovare volontari soprattutto tra i giovani?

«Ci preme sottolineare che i nostri volontari sono persone meravigliose, che svolgono un lavoro molto impegnativo anche in termini di tempo dedicato, spesso stando fuori anche 8/10 ore per accompagnare i pazienti nei vari ospedali anche lontani, da Milano a Cremona a Novara, senza mai chiedere neppure 1 euro per il caffe e, a testimonianza di ciò non abbiamo a bilancio nessun rimborso spese presentato dai nostri volontari, senza contare che a volte utilizzano le loro auto per accompagnare chi ne ha bisogno. Questa premessa per dirle che non si diventa volontari per caso o per passatempo e noi tutti siamo molto rigidi nella scelta di chi vuol far parte della nostra “famiglia”, scelta che non viene fatta a cuor leggero ma chiediamo caratteristiche specifiche, persone di fiducia e totalmente affidabili e sino ad oggi non ci siamo mai sbagliati sulle scelte fatte».

Erogare dei servizi costa. Con quali risorse vi finanziate?

«Con i tesseramenti e grazie alle donazioni di qualche filantropo, ma dobbiamo dire che il nostro principale sostenitore resta il Comune di Rivanazzano che ogni anno ci elargisce un contributo di 4.500 euro, inoltre ci mette a disposizione la sede con tutti i servizi necessari per renderla operativa. Ricordiamo che l’Auser non chiede mai compensi per i servizi resi, vero anche che capita che chi usufruisce dei nostri servizi e può permetterselo ci lascia una sorta di mancia, ma che ricordiamo non è assolutamente “obbligatoria”, chi può lo fa».

Come già detto la vostra attività principale è quella di accompagnare chi ne ha bisogno nei vari presidi sanitari. Quanti mezzi avete a disposizione per questo servizio?

«Oggi abbiamo 3 automezzi, 2 un po’ più datati ed uno di recente acquisto. Non sono semplici autovetture, ma sono mezzi speciali attrezzati con sollevatori elettrici per permettere anche a chi non deambula di poter essere trasportato e dobbiamo dire che questo è un notevole valore aggiunto, tant’è che spesso li mettiamo a disposizione di altre Auser del territorio che non ne sono dotate».

Nell’anno della pandemia come sono cambiati i vostri servizi e siete sempre rimasti operativi?

«Da un punto di vista prettamente operativo possiamo dire che abbiamo dovuto sospendere gran parte delle attività di accompagnamento, questo perché comunque molti esami, visite specialistiche e accesso alle strutture sanitarie erano vietati; noi però non abbiamo mai chiuso le porte, siamo sempre stati aperti e operativi, aiutando le persone in altro modo, ad esempio con la spesa a domicilio piuttosto che con altri servizi sempre a domicilio o nel trasporto di malati oncologici, siamo sempre stati al loro fianco. Una nota positiva di questa pandemia è che ha rafforzato il dialogo, la collaborazione ed i rapporti, anche personali non solo lavorativi, con l’amministrazione comunale ed in particolare con il nostro referente, Marco Largaiolli, con la Protezione Civile e con le altre associazioni. Fare squadra è stato davvero oltre che importante, molto gratificante».

Diamo qualche dato: nel 2019 quanti servizi avete reso alla Comunità?

«Abbiamo aiutato 125 persone, percorso 38.000 km e i nostri volontari sono stati impegnati per 1.960 ore».

Recentemente vi è stata fatte un’importante donazione in memoria di Franco Gazzaniga, improvvisamente e prematuramente scomparso.

«Esatto, i 29 coscritti dell’amico Franco, classe 1954, e colgo l’occasione per ringraziarli nuovamente, hanno donato all’Auser una cospicua somma di denaro che verrà utilizzata per incrementare le attività sociali a favore delle persone anziane e fragili che si rivolgono alla nostra associazione di volontariato. Vogliamo ricordare Franco e stringerci intorno al dolore della famiglia a nome di tutti gli associati con grande affetto, riconoscenza e stima, una persona semplice, affabile e altruista che ha lasciato in tutta la comunità rivanazzanese un buon ricordo. Uomo abile nel suo lavoro, pensi che addirittura si era costruito da solo gli attrezzi per il suo lavoro di falegname, uomo straordinario, come il padre del resto, artigiano dalle grandissime capacità riconosciute da tutti. Una grande perdita e noi dell’Auser vogliamo ricordare Franco con l’apposizione di una targa su di un nostro automezzo con la scritta “All’amico Gazza”».

Altre famiglie rivanazzanesi hanno a cuore l’Auser, giusto?

«In primis la famiglia Limonta che in memoria del figlio Matteo, prematuramente e tragicamente scomparso, ci fece un’importante donazione con la quale abbiamo potuto acquistare il nostro primo automezzo, inoltre la signora Giuseppina Nascimbene Limonta, “Pinuccia” per i rivanazzanesi, è una delle nostre più energiche e sempre presenti volontarie. Da ricordare anche la generosità della famiglia Fariseo in memoria della defunta Virginia».

Sogni nel cassetto?

«Ci piacerebbe essere più presenti a livello locale, rendere più agevole la quotidianità dei soggetti più fragili e non solo intervenire nei casi eccezionali, come il trasporto nei vari presidi ospedalieri. A tal proposito uno dei progetti che abbiamo dovuto abbandonare causa Covid ma che riprenderemo speriamo a breve è quello della ginnastica dolce per anziani. Abbiamo già la disponibilità di due professionisti del settore, Stefano Alberici e Claudio Gazzaniga, che ringraziamo per la loro attenzione e sensibilità, per cui speriamo di organizzarci in tempi stretti».



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