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GIACOMO PIGNI, VOLONTARIO AUSER, NOMINATO CAVALIERE DELLA REPUBBLICA!

Giacomo è un ragazzo in gamba. 
È un volontario di Auser Ticino Olona, lo è diventato proprio durante il lockdown e ha trovato e coordinato un’altra ventina di ragazzi per supportare le attività di telefonia sociale, diventate preziosissime in quelle giornate tanto diverse dal solito. 
A 24 anni ha già una vasta esperienza nel volontariato, è impegnato in politica, è laureato in giurisprudenza con una tesi sull’art.39 della Costituzione, lavora in ADAPT (sede di Bergamo) occupandosi di diritto del lavoro e relazioni industriali… e il 3 giugno ha saputo di essere stato nominato Cavaliere della Repubblica!
“L’ho saputo dai giornalisti – racconta Giacomo Pigni – verso le 11, stavo facendo una call di lavoro e il mio telefono suonava di continuo. Mi sono incuriosito solo quando ho notato l’insistenza nel chiamarmi da parte di Anna, la mia ragazza, e ho avuto una sorpresa enorme”. 
Qual è stata la prima reazione?
“Mia madre, che è una professoressa di italiano e storia ed era a casa con me, si è messa a ridere tantissimo! Eravamo abituati alle chiamate frequenti per il coordinamento delle attività in Auser e anche stavolta pensava che a cercarmi fosse magari Pinuccia Boggiani, la presidente di Auser Ticino Olona, che ormai chiamiamo affettuosamente “la seconda mamma”, per il rapporto stretto e consolidato che si è creato in questi mesi. E invece era una giornalista della Rai! In un attimo sono stato sopraffatto da qualcosa di così tanto più grande di me, da solo non me la merito”.
Con chi vuoi condividere o a chi vuoi dire grazie?
“Grazie ad Auser, anzitutto. Sono diventato volontario Auser durante la crisi dovuta al Covid-19, conoscevo Pinuccia per questioni politiche perché faccio parte dei Giovani Democratici del PD; in Auser l’emergenza non aveva permesso il recupero delle schede cartacee nella sede dove c’è il punto d’ascolto della telefonia sociale, così mi sono organizzato con degli amici, ci siamo associati ad Auser e abbiamo digitalizzato tutte le schede degli utenti, in modo che le attività della telefonia sociale potessero proseguire tranquillamente anche da remoto, dalle case dei volontari. Abbiamo istituito ad hoc un servizio per la consegna della spesa a domicilio e, come associazione, siamo rientrati nel COC. Il mio compito era coordinare le attività, ogni tanto però ho avuto l’emozione di parlare direttamente con gli utenti, sostituendo qualcuno nei turni della telefonia sociale. Eravamo una trentina in tutto, tra noi ragazzi e alcuni nuovi volontari un po’ più grandi di noi; nell’ultima settimana, con le restrizioni un po’ allentate, le richieste per la spesa sono diminuite e anche diversi volontari Auser hanno potuto tornare in servizio. Il fatto che Auser sia così ben strutturata ha permesso di organizzare in fretta tutto ciò che era necessario”. 
Tu hai già un bel curriculum, come volontario…
“Sì, l’ho sempre fatto fin dai tempi dell’oratorio e dei centri estivi. Poi ho prestato servizio per cinque anni in un centro di accoglienza e con gli amici ho creato una scuola di italiano per stranieri che si chiama Itaca. Auser è stata un’altra tappa di crescita importante”. 
Cos’hai imparato dall’esperienza in Auser?
“Pinuccia spesso si rammarica di come tante persone diano per scontata la presenza dei volontari, quindi sto dicendo a tutti che ho imparato che il volontariato è importante in ogni sua forma e che Auser ha ancora qualcosa in più perché eroga servizi essenziali, diversi tra loro eppure tutti essenziali. Mi ha fatto molto riflettere, ad esempio, che recentemente l’ATS abbia chiesto ai volontari Auser la disponibilità per misurare la febbre a chi si reca in ospedale. Chi lo farebbe, se non ci fossero i volontari su cui poter contare? Chi avrebbe consegnato spesa, farmaci, mascherine e altri beni di prima necessità alla popolazione durante il lockdown, se non ci fossero stati i volontari? Riflettiamoci bene: il Terzo Settore ha un’importanza straordinaria”. 
Come vedi il futuro prossimo, tu che sei anche impegnato in politica?
“Sono un po’ preoccupato. Tralasciando gli aspetti economici, da un punto di vista sociale prima del Covid-19 eravamo spinti dal bisogno individuale. Anche in politica si cerca la disintermediazione e l’attuale necessità del distanziamento sociale potrebbe acuire questo sintomo. Molti, però, proprio grazie al Covid-19 hanno capito cosa significhi essere comunità e che nessuno si salva da solo. Ecco la mia speranza, che la gente abbia capito che ci si salva tutti insieme. Io sono stato premiato, insieme ad altri rappresentanti della società civile, ma il premio spetta ad almeno altri due milioni di persone che si sono impegnate quanto me durante l’emergenza sanitaria, condivido questo momento di gioia con tutti loro. Sono contento e onorato, perché questo riconoscimento è un simbolo che rappresenta tutti i volontari”. 
La leggerezza spontanea con cui parla Giacomo, fresco Cavaliere della Repubblica, è straordinaria ed è sicuramente uno dei suoi punti di forza. È con la stessa spontaneità che Giacomo ha chiuso l’intervista riassumendo in una frase l’importanza di Auser durante il periodo caratterizzato dal Covid-19: “Mentre gli ospedali curavano i malati della pandemia, il volontariato e Auser hanno tenuto insieme la società”. 


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