CERCA NEL SITO
Loading
APRILE 2024
Lu
Ma
Me
Gi
Ve
Sa
Do
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30

GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO: rovinarsi è un gioco

Auser Comprensoriale di Pavia invita venerdì 20 marzo, alle ore 21, al Teatro Fraschini (Corso Strada Nuova 136, Pavia) per assistere a: “GAP- Gioco d’Azzardo Patologico. Rovinarsi è un gioco.”
Lo spettacolo teatrale, che ha ottenuto il patrocinio della Camera dei Deputati e dei Senatori, è organizzato da Auser Comprensoriale di Pavia nell’ambito del progetto “IO NON MI AZZARDO”, cui è destinato il ricavato dell’incasso, che ha come finalità il contrasto all’azzardopatia. Il progetto è frutto della collaborazione tra Auser, Cooperativa Soc. Casa del Giovane, Giocatori Anonimi, Libera, Incontragiovani, Ass. Jonas, Coop. Soc. La Collina, con l’importante supporto del Comune di Pavia.
Si tratta di una pièce molto bella e intensa, di e con Stefano Leddi , su un tema importante quale è quello del gioco d’azzardo, prodotta dal Teatro del Segno di Cagliari, che ha avuto importanti riconoscimenti. Nasce dalla volontà di mettere una lente di ingrandimento sul fenomeno del gioco d’azzardo tecnologico, portando davanti allo spettatore la storia di un giocatore di videopoker.
Una storia “vera”, fatta di decine di storie vere.
La storia di un solo giocatore scelto come simbolo di una patologia “riconosciuta” da quasi trent’anni dalla comunità scientifica internazionale.

La pièce prende corpo attraversando un lungo periodo di documentazione e nove mesi di interviste fatte davanti a un caffè, inoltrandosi tra le resistenze, le paure, tra i sospetti verso un interesse insolito per chi è abituato a viverenell’indifferenza di tutti. È dunque una storia reale fatta di nomi, mogli, posti di lavoro, figli, amicizie, quella che si svolge davanti al pubblico in una scena scarna fatta di segni brevi ed essenziali. Segni che nonlusingano la poesia, ma si impongono come snodi freddi e reali di una storia-vita, che “accadendo” sul palcoscenico racconta la claustrofobia ciclica della dipendenza.

Il pubblico trova l’attore immobile in una scena già composta, animata solo dal tintinnio sordo che producono tre monete agitate nervosamente in una mano. Sul palcoscenico il monolite di una macchina da videopoker, un manichino, sette tazze da caffè, e una porta, raccontano, scandita dalle immagini proiettate, la vita di un giocatore. Una vita fatta di avvenimenti reali, prima raccolti poi scelti e montati, presi dalle parole e dai silenzi della realtà, della terapia, delle bugie, delle speranze e ancora dalle parole di una razionalità fredda e documentale.
Così prende corpo lo spettacolo, che usa una scena scarna, fatta di segni brevi essenziali, segni che non lusingano la poesia, ma si impongono come reali e freddi snodi di una storia-vita che nella scena racconta la claustrofobia ciclica della dipendenza.

Ciò che si nota innanzitutto in questo lavoro teatrale è la direzione verso la quale si muove: non tanto la denuncia pura e semplice, ma la sensibilizzazione nei confronti di una drammatica realtà, mostrando attraverso un linguaggio teatrale, accessibile, diretto, i rischi, i segnali, le tappe della caduta e le sue conseguenze.
Uno spettacolo che dice chiaramente che qualsiasi tipo di gioco d’azzardo può portare alla dipendenza proprio come il tabacco, l’eroina e l’alcool. Attraverso il teatro e le sue immagini, i suoi suoni, le sue parole, lo spettacolo mostra in modo efficace la realtà nella quale, senza neanche accorgersi del come, si può scoprire se stessi o il proprio familiare.
In questo lavoro sembrano ugualmente coabitare il punto di vista dell’autore e la fedeltà documentale, percorsi dalla stessa tensione di impegno civile.

Attraverso esperienze come questa si può aiutare non il “proibizionismo”, ma la comprensione che il gioco d’azzardo patologico è una malattia grave, facendo entrare questo concetto semplice dentro al nostro patrimonio culturale, ovvero favorendo, attraverso una visione critica del fenomeno, lo sviluppo di una cultura che sappia distinguere, semplicemente, il gioco dall’azzardo.

Biglietti: € 10,00
Biglietteria presso Teatro Fraschini dal lunedì al sabato (dalle ore 11 alle 13 e dalle ore 17 alle 19) e un'ora prima di ogni spettacolo
Biglietti on line: www.vivaticket.it

Info: Auser Comprensoriale di Pavia (tel. 0383-572414; Via D.Chiesa 2, Pavia; auserpavia@auser.lombardia.it)



Credits