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LE “DUE LINEE” SUL CLIMA

Potrebbe sembrare che le due posizioni che si stanno scontrando a livello globale sul clima sono i sostenitori della realtà del cambiamento climatico ed i negazionisti.
In realtà i negazionisti, intesi almeno come coloro che sostengono che non è vero che le temperature globali stiano aumentando o che i cambiamenti non sono di origine antropica, hanno ormai perso credito e le loro posizioni sono ormai state sbaragliate.
E’ certamente molto forte ed attiva la lobby dei grandi colossi petroliferi e degli interessi che gravitano attorno alle energie fossili, ma si muove con molta maggiore circospezione e prudenza, rinunciando a sfidare apertamente la comunità scientifica, se non altro sul piano legale. Cerca invece il sabotaggio delle politiche di riduzione dei gas serra facendo leva sui suoi punti di forza, il partito repubblicano americano soprattutto.
Le due linee che stanno emergendo, ma ancora molto confusamente, sono entrambe interne al vastissimo schieramento che dà credito alla comunità scientifica ed è dunque consapevole di dover agire per fermare e contenere il riscaldamento globale.
Una prima linea, che potremmo chiamare “moderata” ritiene che le necessarie trasformazioni del sistema economico e sociale necessarie possano avvenire entro un quadro generale in gran parte immutato. La leva principale sarebbe l’adozione delle nuove tecnologie, le rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili e l’efficienza energetica.
Anzi, la convinzione molte volte espressa è che un’azione decisa in questa direzione possa avere come effetto collaterale un rilancio della crescita economica ed un apporto positivo ad uscire dalla crisi ed alimentare l’occupazione.
Un’efficace espressione di queste posizioni si trova nei rapporti e prese di posizione di molte organizzazioni internazionali: UNEP (il programma ambientale delle Nazioni Unite), IEA (l’agenzia energetica dell’OCSE), la Commissione Europea e tanti altri.
C’è consapevolezza che trasformare un’economia interamente basata sui fossili in una che ne faccia a meno richiede cambiamenti profondi, ma comunque realizzabili adottando le politiche adeguate.
In effetti le tecnologie necessarie ci sono già tutte, vanno incoraggiate, promosse e diffuse.
L’altra linea sta emergendo negli ultimi anni e legge i cambiamenti climatici in stretta connessione con le disuguaglianze economiche e sociali tra Nord e Sud del mondo ed all’interno dei singoli Paesi.
E’ stata avanzata da numerosi esponenti della comunità scientifica, che hanno usato termini come “grande trasformazione” o “grande transizione”, o altre locuzioni che vorrebbero esprimere “radicalità” senza però essere assimilate al gergo politico.
Le loro ragioni si fondano sulla constatazione che li numeri del cambiamento climatico ci impongono una transizione verso una società completamente decarbonizzata per la metà del secolo, con un rivoluzionamento completo di almeno quattro sistemi essenziali dell’economia: il sistema energetico, il sistema della mobilità, il sistema insediativo, l’agricoltura.
Parlo di rivoluzionamento perché un’effettiva riduzione delle emissioni non può venire solo dall’adozione, ad esempio, della mobilità elettrica, ma richiede cambiamenti negli stili di vita e nell’organizzazione sociale. Si pensi al passaggio da un sistema energetico centralizzato ad uno a generazione distribuita o da un sistema agricolo costruito attorno all’agroindustria o ad uno centrato sulla piccola produzione.
Naturalmente sullo sfondo agiscono due linee, visioni culturali differenti, le une abbastanza chiuse all’interno della realtà tecnica, le altre attente a leggere in modo integrato questioni ambientali e questioni sociali.
Tra gli alfieri della seconda linea alcuni autori di riferimento come Naomi Klein, un filone dell’economia meno allineata al mainstream (ad esempio Piketty) e Papa Francesco con il dirompente messaggio dell’enciclica “Laudato si”.

Fonti:
• IEA (International Energy Agency) - The way forward - www.iea.org/publications/freepublications/publication/the-way-forward.html
• UNEP (United Nations Environment Program)- The emissions gap report 2015 http://uneplive.unep.org/media/docs/theme/13/EGR_2015_ES_English_Embargoed.pdf
• Naomi Klein – Una rivoluzione ci salverà. Rizzoli
• Papa Francesco – “Laudato si”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html


Fulvio Fagiani


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