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"THE FLOATING PIERS" RACCONTATI DA ILARIA, CANDIDATA SERVIZIO CIVILE AUSER

Ciao a tutti,
mi chiamo Ilaria, ho 23 anni e vivo da sempre in Valle Camonica, precisamente a Pian Camuno. Come tutti sapete quest'anno, 2016, le acque del lago d'Iseo sono state protagoniste di un evento artistico di rilevanza mondiale che ha portato al centro dell'attenzione Monte Isola e la piccola isoletta di San Paolo. Sto parlando dell'opera d'arte dell'artista Christo che ha realizzato i maestosi Floating Piers, ponti galleggianti che hanno permesso di collegare per 2 settimane il paese di Sulzano a Monte Isola e quest'ultima a San Paolo.


Dal 7 di giugno fino al 3 di luglio ho avuto il grandissimo onore di prendere parte a questo progetto così ambizioso, in quanto ho svolto il compito di Stewart - o per meglio dire di Monitor - proprio sull'opera. Qui oggi voglio riportare la mia esperienza e cercare di trasmettere l'orgoglio con cui la racconto attraverso le mie parole perché, credetemi, è stata una vera e propria esperienza di vita.
Sono stata assunta direttamente da Floating Piers S.R.L dopo aver compilato una serie di questionari e form sul sito internet dedicato all'evento. Inizialmente ho visto l'opera semplicemente come un lavoro che mi permettesse di guadagnare qualcosa durante l'estate in quanto, nonostante mi sia laureata a Marzo, sto ancora studiando da frequentante e questo non mi ha finora permesso di avere un lavoro stabile. Ho colto l'occasione, quindi, per motivi di guadagno.
Tutto è cambiato quando mi sono recata per la prima volta dopo vari scambi di mail a Pilzone d'Iseo, dove aveva sede il cantiere di Floating Piers, e ho svolto il vero e proprio colloquio di lavoro. Lì ho visto con i miei occhi i cubi di plastica che componevano la base del ponte, ho visto disegni del progetto in ogni angolo, ho visto grandi rotoli di tessuto color Dalia con cui poi sarebbe stato ricoperto il ponte galleggiante e sono rimasta impressionata dalla quantità di lavoro che c'era ancora da fare ma al tempo stesso le persone che giravano per il cantiere, sopratutto lavoratori bulgari che si occupavano del montaggio, erano sorridenti, chiacchieravano allegramente ed il clima fra loro non era di semplici colleghi di lavoro ma di veri e propri amici. Ho sostenuto il colloquio con uno spirito diverso, vedendo il progetto con occhi nuovi, come un'esperienza unica che pochi avrebbero potuto fare, con l'idea nuova di entrare a far parte dell'opera stessa, di esserne, anche solo per un millesimo, la realizzatrice.
Inutile dire che alla fine sono stata selezionata e da lì è effettivamente iniziata la mia avventura con Floating Piers.
Tutti i dipendenti hanno preso parte ad un corso antincendio che si è tenuto prima dell'apertura del ponte e ad un corso di formazione su quello che avremmo dovuto svolgere durante il periodo di apertura dell'opera al pubblico, tenutisi entrambi al cantiere a Pilzone. Io avevo il compito di Monitor: dovevo stare sul ponte ed assicurarmi che tutto procedesse al meglio, rispondere alle domande dei turisti in modo cordiale e salvaguardare la loro sicurezza impedendo loro di avvicinarsi troppo ai bordi dell'opera (non farli cadere in acqua, insomma!), oltre a gestire l'evacuazione dei pontili in caso di maltempo. Durante i corsi di formazione tutti noi avevamo sempre un sacco di dubbi e domande: c'era chi non capiva la divisione dei pontili, chi non capiva come si dovessero affrontare le situazioni d'emergenza in caso di pioggia o temporale, chi si preoccupava di cosa avrebbe dovuto fare in caso di persone in acqua…
Il ponte è stato aperto ufficialmente al pubblico il 18 giugno alle ore 6 del mattino. I turni di lavoro per noi dipendenti erano divisi in quattro ed ognuno contava sei ore: 
• shift 0, dalle 19 all'1 di notte
• shift 1, dall'1 di notte alle 7 del mattino 
• shift 2, dalle 7 del mattino alle 13 
• shift 3, dalle 13 alle 19.
Inizialmente il ponte avrebbe dovuto essere percorribile 24 ore su 24, ma per vari motivi di organizzazione e sicurezza si è poi deciso di tenerlo aperto fino alle ore 24 e riaprilo alle 6 del mattino.
Il primo grande "shock" a cui ho assistito è stata l'apertura del ponte la mattina di domenica 19 giugno. Quel giorno ero stata assegnata al turno 1, avevo passato la notte a fare la guardia a Sulzano controllando che nessuno tentasse di salire sul ponte o rovinasse il tessuto che era stato collocato nella piazza del paese fino al porto dove si accedeva all'opera. Alle 4 di mattina hanno cominciato ad arrivare le navette piene di visitatori pronti a mettersi in coda per essere i primi a salire. Alle 5 la piazza era piena di gente e alle 6 la situazione era diventata quasi ingestibile, in quanto la piazza era già sovraffollata e non sapevamo più dove far mettere in coda le persone che continuavano ad arrivare in massa da treni, navette, pullman, a piedi… Ricordo di aver pensato "Cavolo, non ho mai visto così tanta gente in vita mia!" e di fronte a tutto ciò ho cominciato davvero a realizzare che quell'opera era veramente di portata mondiale e che davvero farne parte era un privilegio enorme.
I giorni successivi, fino al 3 di luglio, sono stata spostata al turno 3 che tuttora - anche con un po' di presunzione - reputo il più pesante a livello di fatica rispetto a tutti gli altri turni. Dal 21 giugno (se non lo ricordate vi rinfresco la memoria) è letteralmente scoppiata l'estate. Ogni pomeriggio le temperature raggiungevano i 30° e il sole scottava. La mia posizione era circa a metà del ponte A, ossia il ponte che collegava Sulzano a Monte Isola. Passavo 6 ore sotto il sole cocente a distribuire cartine dell'isola e campioni di tessuto color Dalia ai turisti. Ho visto 25 mila persone al giorno, 25 mila turisti, 25 mila sorrisi. Sì perché, sapete una cosa?! Quando vedi la gente felice ripetere in diverse lingue con una faccia stupita ed emozionata "E' una sensazione pazzesca!" o "Senti quanto si muove!" o ancora "Un'emozione che non puoi descrivere a parole!" non puoi fare altro che sorridere con loro ed essere partecipe della loro emozione dimenticando il caldo, il sudore, il mal di gambe o di schiena (che la sera nel letto però si faceva sentire!). Moltissime persone hanno voluto scattare una foto con noi Monitor sul ponte, si sono complimentati con noi proprio come se l'avessimo creata noi l'opera, proprio come l'artista Christo ci aveva detto durante un discorso rivolto proprio ai Monitor "You don't work for this, you own it, you are a part of this and without you, this couldn't have happened!" ("Voi non lavorate per quest'opera, voi la possedete, siete parte di essa e senza di voi questo non sarebbe stata possibile!"). Ho conosciuto tantissime persone con cui condividevo i dolori, le risate, gli aneddoti e i fatti accaduti durante la giornata ("Sai, oggi ho sentito che uno si è buttato dal ponte", "Ieri una donna è passata con un salvagente addosso", "Ho visto un gatto al guinzaglio!"), ho passato con loro serate a scherzare e rivivere momenti passati sul ponte o a Monte Isola. I momenti di sconforto ci sono stati, ovviamente la fatica era tanta, non fisica, perché di fatto stavamo semplicemente a controllare una zona senza svolgere lavori pesanti, ma il caldo era spossante e a volte le forze venivano meno. Fortunatamente c'erano loro: i capitani dei gommoni e i bagnini, la salvezza dei Monitor che stavano sui pontili! Per ogni sezione del ponte c'era infatti un gommone con a bordo un bagnino e un capitano che si occupavano di sorvegliare l'area circostante il ponte. Parlo di salvezza perché loro ci portavano acqua fresca, frutta e SALI MINERALI! A volte il bagnino prendeva il nostro posto e noi salivamo per un po' sul gommone: ci permetteva di riposare le gambe e prendere aria fresca, un vero toccasana, posso giurarlo! Insomma, si era formata una grandissima squadra, ci conoscevamo tutti e tutti erano disposti ad aiutare gli altri in ogni modo. 
È capitato più volte che sul ponte instaurassi conversazioni profonde con i turisti che chiedevano come fosse stata realizzata l'opera, informazioni sull'artista, cosa sarebbe successo all'opera una volta smontata. Questi erano i momenti migliori, probabilmente. Potevo dimostrare ai visitatori di essere veramente informata e formata per rispondere a domande di qualsiasi tipo, lasciandoli quasi sempre a bocca aperta e soddisfatti delle risposte dategli. Più volte ho sostenuto conversazioni in inglese ricevendo complimenti anche per la fluidità con cui lo parlavo e lasciandomi molto soddisfatta.
Devo essere sincera, non conoscevo Christo prima di quest'opera. Non sapevo che opere avesse realizzato e non conoscevo la sua storia. Ma ho avuto la fortuna di imparare ad apprezzarlo grazie ad un riassunto della sua vita che ci è stato offerto dal suo braccio destro prima che il ponte venisse aperto (faceva parte della formazione). Mi sono appassionata attraverso le parole di quest'uomo che lo aveva seguito nella creazione delle sue maggiori opere e che parlava di lui con parole sincere e oneste.
A giochi fatti e a ponte chiuso ho salutato con nostalgia l'esperienza e le amicizie fatte. Non credevo che avrebbe potuto essere tutto così emozionante. Andavo a lavorare con la consapevolezza che fuori c'erano 35 gradi e che avrei passato il tempo sotto le ore più calde della giornata ma sorridevo e tornavo a casa raccontando la giornata ai miei genitori con un sorriso ancora più grande. Non mi sono mai pentita nemmeno per un secondo di aver intrapreso quella strada, nonostante molte persone mi dicessero "Ma sei pazza?! Tutte quelle ore sotto il sole?! Io non lo farei MAI!". 
Io sono orgogliosa di quello che ho fatto! Quando distribuivo pezzi di tessuto alla gente loro mi sorridevano e ringraziavano come se stessi donando loro un pezzo di opera. Ci hanno chiamato "Gli angeli del Floating Piers" su svariati giornali e telegiornali. E forse lo eravamo veramente! I custodi dell'opera, dei turisti, dello svolgimento migliore delle giornate. Dopo un mese dalla chiusura i miei ricordi sono ancora vivissimi, il mio entusiasmo è ancora alle stelle e ogni giorno non posso fare a meno di pensare di essere stata molto fortunata ad aver avuto la possibilità di essere parte viva di un'opera che ha cambiato per sempre la storia del lago d'Iseo e che verrà ricordato da tutti come qualcosa di straordinario e incredibile. Christo ci ha permesso di camminare sulle acque e ha permesso a 600 persone di vivere un sogno lavorando per lui.

Ilaria

Candidata servizio civile Auser


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